APRIL MAY - Il mondo di April

La nonna

La nonna di April è un personaggio chiave della storia. Non ne vogliamo parlare molto, perché la sua presenza accanto alla nipote è tutta da scoprire, però possiamo dire che accompagnerà ogni sua avventura con…. spirito!

Nonna Sveva è infatti una commentatrice intelligente, ironica e a volte un po’ pettegola, che entra nella vita di April quando meno se lo aspetta, per aiutarla comprendere ciò che le accade e i propri sentimenti. Per riconoscere la sua voce, April dovrà prima accettare qualcosa di sé che aveva dimenticato. Ma una volta aperto il canale di contatto, ecco che la nonna materna tornerà a essere il porto amorevole a cui chiedere consiglio come quando era bambina.

Sveva è una presenza vivace e scoppiettante, che strapperà al lettore più di un sorriso. April riacquisterà grazie a lei le sue facoltà extrasensoriali e potrà ricevere qualche utile informazione per considerare sotto una diversa luce non solo la sua vita, ma tutte le vicende misteriose in cui è coinvolta.

Il lago l’ha sempre affascinata. L’infinita distesa d’acqua, che cambia colore e aspetto a seconda del tempo e delle stagioni, le comunica un senso di pace, una quieta attesa dei giorni futuri.

Fissa lo sguardo all’orizzonte e i suoi pensieri partono lungo rotte sconosciute. Correnti e venti la trascinano con sé. E lei nel frattempo riflette.

Probabilmente è un retaggio dei suoi avi, una specie di lascito mentale di suo nonno Giacomo, il marinaio italiano che ha amato una sola donna e disatteso un’unica promessa.

«Aspettami, tornerò» giurava ogni volta alla moglie che apprezzava il suo lavoro, ma non il pericolo che gli faceva correre.

Un detto della saggezza popolare recitava “per mare non ci sono taverne. E nonna Sveva a tutte le partenze di rimando sussurrava “Il mare non perdona”, al tempo stesso monito per lui e rito scaramantico per lei.

Ma non si può con le mani trattenere l’acqua e non si può col cuore trattenere chi dell’acqua vive. Così Giacomo aveva levato l’ancora infinite volte, e altrettante era tornato. Sempre. Tranne l’ultima.

Sveva e Pippo, il suo cane, avevano atteso inutilmente il rientro della barca con le vele bianche e la stella marina gialla al centro. Era stato Giacomo con le sue mani a disegnare l’asteroidea su ciascuna vela. «Così mi riconoscerai anche da lontano» le aveva detto, per spiegarle il motivo di quello che a lei sembrava un lavoro inutile.

April conosce queste storie grazie ai racconti che la nonna le narrava nelle sue lunghe lettere o nei rari incontri che avevano avuto quando tornava con la madre in Italia per conoscere il paese e i parenti.

Chissà. Saranno quei racconti o la magia del piccolo borgo affacciato sul Mediterraneo, ma guardare il lago – e quello di Silent Lake è vasto come un piccolo mare – le è sempre stato di conforto.

Specialmente quando, come adesso, sta per prendere una decisione che le cambierà la vita.

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